Le tradizioni culinarie della Calabria

La Calabria fu centro di fiorente civiltà, essendo terra di immigrazione ellenica, tanto da essere denominata Magna Graecia.
Il cibo dei calabresi è sostanzialmente quello che era una volta, determinato dagli usi, dalle credenze e dalla storia. Non poche ricette risalgono agli albori della civiltà e della tavola mediterranea, ispirata alle usanze dei Greci e dei Latini, mentre altre sono state introdotte dagli arabi, dai normanni, dagli spagnoli, dai francesi.
La cucina tipica calabrese è un prototipo della dieta mediterranea, infatti è semplice, genuina, sana, ma caratterizzata da sapori forti.
Capitanati da ottimi salumi, formaggi prodotti dal latte di mucca, di pecora e di capra, secondo i sistemi più antichi; seguono zuppe di legumi, pane di grano fatto in casa, dolci tipici che variano di ingredienti e nomi in base alla posizione geografica, e ultimo ma non per importanza, il peperoncino (introdotto probabilmente nella nostra terra dai Saraceni dove ha trovato un terreno ideale per la crescita).                            
Citando anche alcuni ortaggi che spesso vengono serviti come contorno, troviamo le melanzane (ingrediente principe della parmigiana e di polpette irresistibili), zucchine fritte, frittelle di fiori di zucca, peperoni e patate, verdure selvatiche bollite (come la cicoria e gli asparagi selvatici), funghi raccolti e cucinati in vari modi, pomodori essiccati al sole e poi conservati sott’olio oppure trasformati in passata di pomodoro.
Ricordiamo gli agrumi, in particolar modo la clementina di Calabria IGP e le arance; le castagne, i fichi (preparati con mandorle all’interno) e le more di gelso.
Ogni tipo di ingrediente lo si può trovare preparato in diversi modi e combinazioni. 
Tra i prodotti tipici, il più noto della zona è il leggendario Greco di Gerace, vino liquoroso di 17 gradi, ottenuto da uve greche e prodotto in limitata quantità. La storia narra che i Greci lo offrissero insieme al miele, in segno di ospitalità.
Vi è, inoltre, una grande produzione di olio attraverso la coltivazione dell’Oliva grossa di Gerace. Questa avviene nel periodo che va dalla metà di ottobre a dicembre circa.
All’interno del Borgo sono ancora presenti i vecchi frantoi, caratterizzati dalla ruota di pietra con una leva che veniva fatta girare dai muli al fine di trasformare le olive, già pulite e divise dalle foglie e dai rametti presenti nelle cassette, pesate secondo una particolare unità di misura, in olio biologico, completamente naturale senza necessari trattamenti artificiali e chimici.
Si trovano anche coltivazioni di Bergamotto, agrume dal sapore forte, ma raffinato, utilizzato anche a scopo medico e curativo. 

Michelle Caillibotte