Il Castello Normanno

Nella parte più alta della città di Gerace si ergono quelli che attualmente sono i resti di un imponente struttura: il Castello.
Risalente probabilmente al VII secolo, la sua esistenza è confermata nel X secolo, quando subì le devastazioni, insieme a tutta città, da parte delle truppe bizantine, i quali, successivamente, provvidero alla nuova edificazione sui resti dell’antico impianto greco-romano.
Il castello di Gerace conobbe il suo massimo splendore quando la città fu sotto il dominio dei Normanni (XI secolo), i quali realizzarono degli ammodernamenti con lavori volti alla restaurazione e soprattutto alla fortificazione del castello stesso.
In seguito, il castello è stato sede di feudatari locali: Caracciolo, marchesi d’Aragona, De Cordova, De Marinis e i principi Grimaldi di Genova.
Delimitato da uno strapiombo naturale dal resto della città, era possibile accedere alla struttura solo per mezzo di un ponte levatoio di circa 10 metri che poggiava su un pilone intermedio, ancora esistente, ricavato nella roccia.
Sulla facciata lunga 25 metri, rivolta ad oriente verso la città, erano presenti corridoi interni, guardiole e feritoie con il compito di difesa, poiché da questi era possibile avvistare e attaccare il nemico.
Sul vertice sud-est spiccava un poderoso torrione angolare a base circolare cordonato su cui, in alto, si stagliava lo stemma in marmo bianco a forma di scudo, incorniciato da una fascia di pietra lavica nera ornata dalla raffigurazione di un leone, due torri, dei gigli e delle pignatte, originario stemma della famiglia Altavilla (Normanni) e dei suoi alleati.
All’interno invece erano presenti, oltre a numerose sale e alloggi, anche costruzioni che assicuravano lo svolgimento della normale vita quotidiana, nonché la sopravvivenza in caso di incursioni o assediamenti, durante i quali tutta la popolazione geracese si rifugiava all’interno del castello per proteggersi, come: una cisterna principale di origine romana, notevole opera di ingegneria idraulica, sistemi di convogliamento delle acque piovane, un oratorio, corridoi scavati nella roccia.
Su richiesta di Ruggero I Altavilla fu fatta costruire anche una grandiosa Sala d’armi e la Sala di Mileto, chiamata così proprio perché realizzata sulle sembianze di una sala presente nel suo castello a Mileto, era sua principale sede durante la conquista dei territori calabresi.
Negli anni successivi, i terremoti a cui fu sottoposto il territorio geracese, provocarono danni irreparabili anche alla sontuosa e imponente struttura del castello, di cui oggi rimane il corpo dell’ingresso, i pilastri del ponte, la torre angolare priva del piano di coronamento, presa durante la seconda guerra mondiale, i ruderi del colonnato e due ingressi attestanti l’esistenza di un cortile interno.
Mentre sulla parte inferiore si apre la grotta che ospitò il ritiro del monaco basiliano Antonio, che in seguito diventerà Sant’Antonio del Castello: uno dei Santi Patroni della città di Gerace.
Nella zona antistante il castello vi è un piazzale, detto Baglio, che prende il nome di un funzionario della corte, il cui compito era quello di emettere sentenze, un tempo dedicato al commercio e alle attività militari.
Dal Baglio si gode di uno splendido panorama sul vicino paese di Antonimina e sulla valle circostante.

Tutto ciò permette di ammirare un magnifico paesaggio caratterizzato da cime e angoli di acque, portando ad assistere chi si affaccia da questa terrazza naturale a una vera e propria fusione tra gli elementi della natura.

Fonti:

https://www.calabriatours.org/heritage/castello-di-gerace.html

https://www.comune.gerace.rc.it/il-castello

Anna Rodinò