Le Chiese

La storia di Gerace, identificato come il paese delle 100 chiese (gli anziani raccontano che in città siano esistite ben 128), è strettamente collegata alla cristianità, l’innumerevole presenza di chiese e monasteri all’interno delle mura cittadine ha contribuito a identificare la rocca come una sorta di Monte Santo. Il numero così alto di chiese presenti sul territorio della piccola cittadina spiega la profonda religiosità del popolo geracese nel corso dei secoli e tutt’ora presente nello spirito degli abitanti di Gerace.

In realtà non tutte le Chiese sono state contemporaneamente funzionanti nel corso dei secoli, prima dell’anno Mille si contavano 80 chiese, 12 conventi e 8 monasteri, ma già intorno al 1700 si contavano circa 43 e con il successivo terremoto del 1783 queste si ridussero a 17 ancora oggi presenti, ma non tutte utilizzate a causa del diverso stato in cui si trovano.

Basilica Minore Concattedrale di Santa Maria Assunta

La Basilica Minore Concattedrale è il monumento più rappresentativo dell’architettura bizantino-romanico-normanna calabrese e si presenta maestosa sia all’esterno che all’interno. Essa ha caratteri greci e latini e fu costruita su avanzi di una pre­esistente struttura sacra dedicata all’Aghìa Kyriakì (Santa Ciriaca) risalente all’VIII secolo, tra il 1085 ed il 1120, sotto il dominio di Ruggero II il Normanno. È la più grande chiesa romanica dell’Italia meridionale. È dedicata a Santa Maria Assunta.
La struttura è divisa in due parti distinte di cui una corrispondente alla cripta e l’altra alla Basilica vera e propria. All’interno, le tre navate sono divise da una fuga di 20 colonne granitiche e in marmo, interrotte al centro da due pilastri a T e sormontate da capitelli di forma varia. La Cripta è la sezione più antica dell’edificio, sorta, probabilmente, su un oratorio bizantino. È a pianta greca con 26 colonne. Nel fondo della navata centrale è la Cappella della Madonna dell’Itria. Nel rivestimento marmoreo delle pareti sono simboleggiati diversi titoli che la chiesa dà alla Madonna. Sull’altare è posta la statua gotica della Madonna col Bambino che risale alla seconda metà del 1300. Anticamente al suo posto era collocata un’icona raffigurante la Vergine dell’Itria, secondo la leggenda ritrovata in una cassa sulle rive del mare antistante. Il cancello in ferro battuto che divide la cappella dalla chiesa è del 1600.
Nella Cripta – sulla sinistra – troviamo la Cappella quadrangolare dedicata a S. Giuseppe dove i canonici si riunivano per trattare le questioni capitolari. La cappella dal 1996 ha ospitato un nucleo museale contenente oggetti preziosi che fanno parte del Tesoro della Cattedrale e altri manufatti che provengono dalle chiese di S. Martino, S. Anna, Sacro Cuore e del Carmine.

Chiesa di San Francesco

La Chiesa di San Francesco dichiarata “bene architettonico” di interesse nazionale è una delle più importanti strutture degli ordini mendicanti dell’Italia meridionale, riconducibile tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. La chiesa impone come facciata principale il lato meridionale, rivolto verso il centro politico e spirituale, verso la cattedrale normanna e il tessuto urbano omogeneo. L’ingresso è sottolineato da un portale arabo-normanno ad arco acuto, risalente agli anni ’30 del XIV secolo, con triplice archivolto con decorazioni geometriche e fitomorfe di chiara provenienza arabo-sicula. Il portale è a ghiera multipla archiacuta su due piedritti polistili con colonnine addossate di cui quelle esterne reggono capitelli a crochets, quelle interne invece si legano direttamente alla cornice intermedia dell’arco, una particolarità del portale della Chiesa di San Francesco è la presenza sul lato sinistro di una svastica sul sole che nella simbologia orientale rappresenta l’eternità.

La chiesa, si presenta a navata unica e faceva parte di uno dei conventi più antichi della Calabria, fondato nei primi anni del XIII sec. da Daniele, compagno di San Francesco d’Assisi, e del quale rimane solo il pozzo ed una parte del chiostro, mentre l’annessa chiesa gotica con lo splendido portale arabo-normanno è stata restituita all’integrità grazie a dei restauri.

Nel 1806, con la venuta dei francesi, i frati dell’attiguo convento, temendo la confisca dei beni, portarono via tutte le opere ed i beni in essa presenti, impoverendo e disperdendo così l’enorme e ricco patrimonio artistico della chiesa, inoltre tra il 1806 e il 1897 la chiesa venne adibita a prigione e subì enormi danni.

L’interno dell’edificio si presenta ancora oggi composto da due parti, assolutamente indipendenti tra loro. Corrispondente al primo volume allungato posto ad occidente è l’aula rettangolare, lunga circa 27 metri, coperta da un tetto a capriate a vista, illuminata da una serie di finestre a lancetta e senza alcuna decorazione architettonica, scultorea o pittorica, mentre i due corpi più bassi posti ad oriente sono il presbiterio quadrangolare e la tribuna che si aprono a oriente, al di là di un arco trionfale archiacuto illuminato da tre monofore archiacute di cui quella posta sulla parete orientale altissima e strombata che ospita nella parte inferiore di essa il sarcofago di Nicola Ruffo di Calabria.

La chiesa è dominata da un fastoso altare maggiore seicentesco in marmi policromi intarsiati nel 1656, eccezionale esempio di barocco napoletano-calabrese con influssi rinascimentali, realizzato per volontà del frate Bonaventura Perna, esso è decorato con formelle di marmi provenienti dalla vicina cava di Prestarona in cui sono riprodotti elementi vegetali, forme zoomorfe e paesaggi.

Attualmente la chiesa è agibile, ma ormai sconsacrata, viene utilizzata per importanti manifestazioni civiche quali mostre, presentazioni culturali, recite e concerti.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù si presenta come un edificio settecentesco con un’elegante facciata del XVIII secolo ad angoli smussati e dai toni baroccheggianti, con il campanile a forma quadrangolare e un portale in stile gotico, mentre la cupola è a coppo sporgente.

Costruita sull’antico impianto dell’edificio dedicato a Santo Stefano a una sola navata con il nome di Santa Maria della Sanità, distrutta da terremoto del 1783, venne riedificata a cura della Confraternita del Sacro Cuore di Gesù nel 1851 a cui appartiene già dal 1829.

Il soffitto è rigorosamente decorato da stucchi con scene che richiamano l’antico testamento, il pavimento è in maiolica geracese originario dell’epoca, inoltre all’interno è possibile ammirare un bellissimo organo a canne del 1888 ancora in parte funzionante.

Attualmente la chiesa viene utilizzata per le celebrazioni dei primi venerdì del mese e durante la novena del Sacro Cuore di Gesù che culmina nella celebrazione della prima domenica di luglio.

Chiesa di San Giovanni Crisostomo

La chiesa di San Giovanni Crisostomo – o San Giovannello – risale al X secolo. All’interno sono presenti nicchie per Pròthesis e Diaconicon e tracce di affreschi. Negli anni ’90 del XX secolo è stata innalzata a parrocchia bizantina dipendente direttamente dalla Metropolìa Greco-Ortodossa d’Italia con sede in Venezia, nonché a Santuario. Come tutte le chiese di rito bizantino ha l’abside rivolta ad oriente.

Chiesa dell’Annunziatella

La struttura bizantina della chiesa dell’Annunziatella risale al XI secolo. Nella parte absidale della chiesa s’identificano campiture di affreschi dell’XI-XII secolo. Le pareti ospitano due ordini di monofore e tracce cromatiche. È stato recentemente terminato il restauro di questo edificio religioso, grazie al quale è stata riportata alla luce l’intera abside orientata ad est caratterizzata da decorazioni in laterizi e tessiture a spine di pesce molto particolari.

Chiesa di Santa Maria di Monserrato

Costruita nella prima metà del XVII secolo. L’intitolazione originaria della chiesa risale all’epoca della sua costruzione, periodo in cui la dominazione spagnola interessò anche il territorio calabrese, ed è quindi riconducibile al culto rivolto alla Vergine nera del Santuario di Montserrat in Catalogna.
La chiesa presenta una struttura molto semplice, l’interno è ad aula unica, chiusa in alto da un tetto a tegole, le pareti sono caratterizzate da arcate cieche collegate tra loro da lesene unite nella parte superiore da un bordo continuo, leggermente aggettante, mentre all’interno delle due arcate centrali, sono presenti delle nicchie, previste, probabilmente, per accogliere statue di santi.
La struttura dell’altare maggiore, complessa e articolata, ricoperta da stucchi molto degradati denuncia stilemi tipici del 1600, e contrasta con la semplicità della stessa chiesa, inoltre appare ingombrante e poco confacente allo spazio entro cui è collocata, motivo per il quale si potrebbero avanzare delle ipotesi secondo cui si potrebbe trattare di un’aggiunta successiva.

Nella volta presbiteriale, nascoste sotto uno strato di vernice, affiorano tracce di affreschi sei­centeschi, la cui importanza culturale e artistica aumenta prendendo in considerazione alcune ipotesi avanzate, secondo cui l’intera zona presbiteriale corrisponderebbe ad un antico luogo di culto bizantino, a navata unica, simile per tipologia a tanti altri presenti sul territorio.

Chiesa e Monastero di Sant’Anna

La chiesa ha un’unica navata con un altare barocco del 1752. Al centro una pala d’altare del XVIII secolo raffigurante Sant’Anna tra gli angeli attribuita a Mattia Preti. Nei lati due statue in marmo raffiguranti San Giovanni Battista e Santa Maria De Jesu. Sugli altari laterali due quadri raffiguranti Santa Veneranda e San Michele Arcangelo.

Il Monastero fu fondato nel 1344 da Zaccaria Carbone. Dal 1970 al 1993 in Monastero è stato adibito a Day Hospital.

Chiesa dell’Addolorata

La Chiesa ha un elegante portale litico del 1756. All’interno si trovano quadri raffiguranti Maria Santissima Addolorata con San Filippo Neri del XVIII secolo, Cristo davanti a Caifa e Cristo alla Colonna, inoltre, un organo a canne del 1850 e la statua della Madonna Addolorata del 1762.

Chiesa di San Martino

La chiesa di San Martino, situata a ridosso delle mura della Città vicino la Porta del Borghetto, che segna l’ingresso nel centro storico, secondo la tradizione sarebbe uno dei luoghi di culto più antichi di Gerace.
La chiesa, di origine bizantina – come testimoniano i resti di una necropoli posta accanto alla chiesa – dalla parte orientale costituita da sei fosse scavate nella roccia, e da un vasto ossario a fossa posteriormente.
La facciata con un portaletto litico a timpano spezzato, consente l’accesso all’interno di un’unica navata, ricoperta da una volta a botte, in cui sono conservati i resti di un pregiato organo a canne del 1851.
Inoltre, con gli ultimi restauri avvenuti nel 2015, è stato possibile riportare alla luce una chiesa di dimensioni più ridotte con elementi interessanti risalenti al momento del crollo causato dal terremoto del 1783.

Chiesa di San Michele de’ Latinis

La chiesa di San Michele è una delle prime chiese costruite in epoca normanna insieme alle chiese di San Lorenzo e di San Francesco. La costruzione attuale risale al XIV/XV secolo, periodo al quale risale un portale murato evidente sul prospetto laterale.
La denominazione “de’ Latinis” secondo la tradizione deriva dal fatto che vi si professasse il rito latino quando ancora a Gerace esisteva il rito greco, ma con maggiore probabilità è da attribuire alla famiglia De’ Latinis che ha fatto costruire tale chiesa.
Fu di patronato della Principessa di Gerace, come risulta da numerose bolle vescovili e da un’iscrizione sulla porta della chiesa datata 1758. Nel 1638 la chiesa venne restaurata, mentre l’attuale portale è stato realizzato nel 1687.
La chiesa è stata aperta al culto fino agli anni ’60, mentre adesso il titolo di parrocchia, ancora esistente, è aggregato alla parrocchia di Santa Maria Assunta, Basilica Minore di Gerace.

Chiesa di San Nicola del Cofino

La chiesa è stata ricavata nella roccia e appartiene alle tipologie delle chiese rupestri, costituendo la cripta della soprastante chiesa demolita nel 1979 per consentire il passaggio della circonvallazione.
Il nome deriva dal greco Kofinos, cesta, presenta tre navate ed è stata costruita probabilmente intorno al VII-VIII secolo. All’interno erano presenti affreschi risalenti al X-XI secolo, oggi non più visibili.
Tipico sito di preghiera bizantino, presenta tre ingressi asimmetrici, quattro nicchie, molte absidiole rudimentali e una calotta piramidale. Nel 1985 sono state rinvenute all’interno della struttura 15 tombe di tipo basso-medievale, alcune monete risalenti al XV-XVI secolo e una cisterna collocata dietro la nicchia centrale. Sulla sinistra si intravede un sedile lapideo che corre lungo tutta la parete rocciosa, mentre nella zona soprastante, a ridosso della struttura è posto un superstite muro di cinta medievale munito di feritoie.

Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria

La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria fu costruita in epoca normanna nel 1105, ed è stata parrocchia fino al 1940.
La chiesa è a tre navate e presenta resti di tutte e quattro le tipologie di finestre monofore tipiche bizantine, è caratterizzata da affreschi sugli strati degli intonaci, da otto ovali policromi di buona mano in cui vi sono raffigurati i Santi Daniele, Pietro, Francesco e quelli del luogo Ciriaca, Veneranda, Jejunio, Antonio del Castello e Nicodemo. Inoltre sullo sfondo è riconoscibile la rappresentazione del Borgo.
Dalle analisi e dagli studi effettuati nel corso degli anni sono stati messi in luce i resti di alcune sepolture scavate nella roccia all’esterno dell’edificio.
Il portale d’ingresso è stato rifatto nel XVIII e di particolare interesse è il rinvenimento delle tracce dell’abside originaria.

Chiesa di San Siminio

Sorge nella parte bassa della Città. In stato ipetrale, è una delle chiese più antiche di Gerace. Nella parte occidentale è presente un portale gotico. La mancanza di copertura ha deteriorato gli affreschi bizantini presenti nelle pareti. Vicino alla chiesa, l’antica Torre di Avvistamento.

Convento e Chiesa dei Cappuccini

Il convento si sviluppa a pianta quadrilatera. La chiesa fu assegnata ai frati nel 1534, col titolo di Santa Maria La Nuova. Il vescovo Del Tufo cambiò il nome della chiesa nel 1734 dedicandola a Santa Maria delle Grazie. Nel XVII secolo il convento viene completato e la chiesa ampliata con la costruzione delle cappelle laterali e della sacrestia. In seguito al sisma del 1783, il convento fu soppresso, la chiesa chiusa al culto e fu riaperto definitivamente con il ritorno dei frati nel 1823. Dopo diversi restauri realizzati dal 1902 al 1948, nel 1955 i frati abbandonarono il complesso. Rimangono ancora le cantine, il refettorio, le cucine, qualche cella, il chiostro, l’orto e il pozzo. La ricca biblioteca è stata saccheggiata negli anni ’70. La chiesa conserva tre esemplari di altari barocchi in noce e un ciborio con tarsie in avorio e madreperla, scolpiti a mano nel 1720 da Fra’ Ludovico da Pornicari. Recentemente sono state riportate alla luce tre monofore ad arco acuto sulla parete di sinistra e una in quella a destra, che fanno intendere la trasformazione e i diversi interventi di ampliamento avvenuti in fase successive, sulla primitiva chiesa di Santa Maria La Nuova.

Chiesa di Maria SS. Del Carmine

È stata fondata tra il XVI e il XVII secolo. Inizialmente aveva una sola navata, nel 1908 sono state aggiunte le due navate laterali e il soffitto a cassettoni. Su quest’ultimo una pala del XIX sec. raffigurante la Madonna del Carmine con ai lati San Simone Stock e Santa Teresa del Bambin Gesù. Fanno parte del corredo Sacro: un calice e un ostensorio in argento del 1719, un calice in argento del 1764, la statua di San Francesco da Paola del XVII sec. e quella della Madonna del Carmine del 1750.

Chiesa di San Giorgio Martire

Demolita in seguito al terremoto del 1783. La chiesa fu riedificata nel 1876, ad unica navata. Tra le opere d’arte custodite citiamo un olio su tela del XVIII secolo di scuola napoletana, raffigurante San Giuseppe col Bambino; Madonna in gloria tra Angeli che appare ad un Santo Vescovo (XVIII sec.); pila lustrale del 1646, appartenuta alla Chiesa di San Biagio in marmo rosa, a base quadrangolare con al centro rilievo di un gallo ed una stella; calice in lamina d’argento sbalzata con base decorata a cesello con motivi di tralci d’uva del 1776. Il tabernacolo apparteneva al Convento dei Paolotti.

Chiesa di Santa Maria del Mastro

Chiesa a pianta centrale, fondata nel 1083, dedicata ai megalomartiri Eustazio e Caterina, ma di aspetto sei-settecentesco. I tratti originali dell’edificio sono stati alterati da restauri del XVII-XVIII secolo. Portale di stile barocco, in pietra intagliata – attigui al portale – ci sono i resti della primitiva abside posizionata – secondo il rito greco – ad est. All’interno della chiesa sono stati ritrovati un pozzo e quattro ossari ricoperti da voltine, ceramica a bande rosse, medagliette votive, monete e rame, riposte assieme al defunto come obolo per la traversata nell’al di là. Gli stucchi che venivano usati per abbellire cibori, absidi e altre parti della chiesa, riportano motivi ad intreccio geometrico. Fu chiesa protopapale.

Chiesa di San Nicola Camobrecone

A pochi passi dalla Chiesa di Maria SS. Del Carmine si trova la Chiesa di San Nicola Camobrecone. Essa è stata ricostruita nel 1914 e chiusa al culto nel 1973.
Ospita una sola navata, è a pianta rettangolare e presenta un portale in stile neoclassico.

Chiesa di Santa Francesca Romana

Chiesa Seicentesca del Convento dei Riformati di San Francesco, posta all’interno del cimitero comunale.